Ecco il terzo capitolo del racconto di Uryiel, che procede lentamente, ma entra nel vivo dell'azione.
Cap. III "Infiltrati"
Freddo metallo vuoto. Non provano sentimenti, ma Pheidelys era convinto che la paura della morte colpisse chiunque. Già due Necron erano stati disattivati. Ed erano solo all’entrata delle caverna. L’obbiettivo era semplice a dirsi: distruggere l’obelisco della resurrezione. Sicuramente era sorvegliato, e non potevano permettersi lunghi scontri a fuoco. Un attacco veloce e poi via, i Necron non sarebbero più stati un problema su questo pianeta, almeno per centinaia di anni. Purtroppo per Uryiel gli attacchi psionici erano inutili contro delle macchine senza anima e pensiero. Ma la conoscenza della via del Veggente era molto amplia e non si limitava a soli attacchi mentali. La caverna era buia, saltuariamente illuminata da ideogrammi verdi che risplendevano ad intervalli regolari. Tutto molto tetro; ci si poteva aspettare di tutto, i Necron sono molto misteriosi, a volte anche più del popolo Eldar. Accesero i visori dei loro elmi, e ogni cosa divenne più chiara. Pezzi di metallo, tantissime parti metalliche erano sparse per tutto il corridoio che si spingeva di fronte a loro. Fortunatamente i movimenti aggraziati dei loro corpi gli permettevano di non causare rumore, anche se il terreno era dei più accidentati. Dopo una curva, si eresse improvvisamente un enorme portone nero, con moltissime rune verdi che brillavano ad intervalli diversi, come se volessero indicare il modo di comprendere quelle scritture. La superficie era liscia su tutta la struttura, solo in un punto c’era un foro circolare nella porta. La faccenda era complessa, come aprire la porta senza causare troppo rumore? Uryiel, durante gli studi presi per diventare Veggente, si ricordava di aver letto qualcosa sulla tecnologia Necron. Tutto la loro energia deriva dal plasma. Subito dopo essersi ricordato questo particolare lo disse ad alta voce.
“Tutta la loro energia deriva dal plasma, ma sicuramente, non possiamo piazzare una granata, provocheremmo un esplosione enorme e la caverna potrebbe crollarci addosso.”
Qui intervenne Pheidelys che, al contrario di Uryiel, si intendeva molto bene di armi.
“Semplice, basterà aprire la granata e prendere il nucleo al plasma e metterlo dentro il foro dolcemente. In seguito il nostro veggente lo farà muovere con il suo pensiero e dopo essersi rotto, il plasma si riverserà nella cavità.”
Lo sapevo che Pheidelys era un ottima scelta per la squadra, pensò Uryiel. Prepararono il tutto, era il momento di scuotere il nucleo. Una leggera preoccupazione percorreva il Veggente, non era molto sicuro che la procedura fosse molto silenziosa. Il nucleo si mosse e si ruppe, il contenuto si riversò dentro al foro. Dopo due lunghissimi secondi di attesa, la porta inizio ad aprirsi.
STUM STUM IEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE DUMMMM
Forse non era uno dei rumori meno percettibili, ma sicuramente meno della granata al plasma, pensò Uryiel. Oltre alla porta si accesero delle luci verdi, come occhi. Forse, il frastuono non era passato inosservato. Pheidelys strinse la sua spada dello scorpione. Era tempo di menare le mani. Finalmente pensò l’autarca.
CONTINUA
giovedì 19 giugno 2008
Il Nano Racconta (8)
Uryiel
Pubblicato da
KidneyMagno
alle
22:38
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