Ieri, come forse avrete sentito (ma non ci spero se non siete di Torino e provincia: i telegiornali nazionali non parlano MAI della nostra città), la parte nord-est di Torino è stata colpita da un terribile nubifragio, con smottamenti delle strade secondarie, chiusura della tangenziale, vigili del fuoco, polizia e protezione civile dappertutto e, in generale, un gran casino. Ieri gli NFSR al completo si trovavano in una cittadina a nord-est di Torino. Eravamo a casa del nostro amato Presidente Wazdakka per una partita ad Apocalisse (Space Marine contro Chaos, vittoria dei lealisti al 4° turno). Alle 12.30, finito il secondo turno, abbiamo deciso di fare una pausa per il pranzo. Salite velocemente le scale del seminterrato uno spettacolo desolante si è parato dinnanzi ai nostri occhi: un "temporale estivo" (a detta di Kamlo), ci impediva di raggiungere l'agognato ristoro offerto dal cibo. Nessun problema, è solo un temporale estivo, fra poco passa, facciamo un altro turno e poi andiamo. Alle 15.30 la partita era ormai conclusa, la nostra odissea appena cominciata. I morsi della fame iniziavano a essere abbastanza fastidiosi, ma il problema maggiore era un altro: dai condotti di areazione della banca che sta sopra il nostro seminterrato litri e litri di acqua iniziavano a riversarsi su di noi. Dall'altro lato della strada l'acqua stava intanto penetrando nel laboratorio di pasticceria di Wazdakka. Il nostro presidente mi ha chiesto se potevo riaccompagnare io Galfrejus a casa, contrariamente ai piani, ma per ovvi motivi. Ho acconsentito, ma è stato un grave errore. Eccovi il resoconto dell'orrore. Appena smette di piovere (ore 16 circa), partiamo timorosi verso casa di Galfrejus. La situazione che vediamo per le strade sembra più grave del previsto. Incrociamo due volanti della polizia a sirene spiegate. L'umidità è del 300000% cosicchè il vetro della mia povera Panda 750 si appanna continuamente e, mentre i tergicristalli puliscono il vetro dalla pioggia (che intanto inzia a ricadere copiosa), Galfrejus, instancabile, pulisce il vetro (la parte del passeggero però!) dalla condensa. La pioggia cresce di intensità, le macchine sbandano, la visibilità è nulla. Lasciandoci sulla destra la strada per casa (sigh!) prendiamo la minuscola e dissestatissima strada che ci avrebbe dovuto portare a casa di Galfrejus. A 1500 metri da casa di Wazdakka, un fiume di fango travolge la macchina. L'acqua invade il motore che, rantolando, muore. La situazione è disperata, l'acqua ci sballotta a destra e a manca e ci sospinge verso il bordo della strada. I tre valorosi (Kamlo, Uryiel e Galfrejus) si gettano fra i flutti e sfidano la corrente per spingere la macchina fuori dal fiume che intanto si ingrossa sempre più. Nonostante siamo usciti dall'acqua più alta il motore non vuole saperne di ripartire e, quel che è peggio, inizia anche a grandinare. Se non fosse così tragica, potrebbe sembrare comica la scena di me colla testa fuori dal finestrino (il vetro è appannato ma non c'è Galfrejus a pulirlo!) che cerco di guidare la macchina spinta dai tre eroi infradiciatissimi e tremanti per l'acqua che, gelida, penetra nelle ossa arrivando da sopra e anche da sotto. Fatti pochi metri intravedo fra pioggia e grandine il parcheggio di una fabbrica e mi ci butto. Il parcheggio è in salita, quindi l'acqua che invade la strada non lo ha ancora raggiunto, perciò i nostri raddoppiano gli sforzi e ci portano al sicuro... per ora. Risalgono in macchina e gli intimo di spogliarsi. Non voglio vederli nudi (soprattutto Kamlo) ma hanno le labbra viola e i vestiti bagnati addosso non sono il massimo con la temperatura che sfiora i 10 gradi. Ci stringiamo, ci scaldiamo e attendiamo. Ma non sembra migliorare. Anzi. La grandine inizia a cadere ancora più grossa di prima e il fiume, lentamente, risale nel parcheggio, verso di noi. Le comunicazioni sono interrotte, i cellulari non prendono e i fulmini iniziano a cadere sempre più vicini a noi. Come in una scena di The day after tomorrow, ci troviamo improvvisamente nell'occhio del ciclone. La pioggia smette quasi di colpo di cadere e si crea un piccolo squarcio fra le nubi. Sono le 18 quando ci azzardiamo a scendere dalla macchina. La cosa più sensata da farsi sembra essere cercare di tornare indietro ma la strada è ancora sommersa dalle acque fangose. Andare avanti potrebbe rivelarsi più pericoloso nel caso la situazione si ripresenti ma non ci sia un parcheggio salvifico in salita. Dopo svariati tentativi la macchina riparte. Dobbiamo prendere un decisione prima che rincominci a piovere. La salvezza però, giunge proprio dall'acqua, o meglio, attraverso essa: ruggendo il Doblò di Wazdakka compare come un miraggio. Eravamo riusciti a contattarlo nei brevi istanti in cui il cellulare prendeva e seppur con difficoltà il nostro Presidente giunge a salvarci. Mettendoci in scia a lui prendiamo stradine sconosciute e secondarie in mezzo ai campi e raggiungiamo il punto di partenza. Questa volta però andiamo a destra verso casa, con buona pace di Galfrejus, lo porterò a casa l'indomani. Ma non è ancora finita. Guidando verso Torino usciamo dal centro della perturbazione e ripiombiamo nella tempesta, ancora più forte di prima. Non si vede letteralmente a un palmo dal parabrezza, ma per fortuna in tangenziale l'acqua scorre ai lati della strada e non rischiamo di rimanere impantanati. Venti all'ora, emergenze, sangue freddo, arriviamo infine a casa, bagnati fino al midollo e con una simpatica esperienza in più: mai portare a casa Galfrejus.
domenica 14 settembre 2008
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1 commento:
Uahahahaha !!!
E io ero al caldo in casa mia a giocare da Dawn of war, ohohoho !
Secondo me il Giona è Kamlo, nessun dubbio.
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