giovedì 28 gennaio 2010

Sotterranei e Draghi!

Non poteva mancare da parte del nostro circolo la partecipazione a un'avventura al più famoso e più giocato di tutti i GdR: Dungeons and Dragons. Non c'è bisogno di presentazioni per il peso massimo del settore, quindi passiamo subito ai fatti. Nel corso del tempo e delle sessioni di gioco riporterò qui i progressi dell'avventura del gruppo NFSR. Perintanto ecco il background del mio personaggio e di quello di Uryiel. Indovinate le rispettività!



Nome: Marius Squartini

Razza: Umano

Età all’inizio dell’avventura: 67

Altezza: 172 cm

Peso: 70 kg

Divinità: Bahamut

Nome: Walker di Sìlveris

Razza: Elfo

Età all’inizio dell’avventura: 19

Altezza: 175 cm

Peso: 60 kg

Divinità: Melora

Marius Squartini fu in gioventù un soldato feroce e valoroso. Servì come Centurione Primimpilo nella gloriosa Sesta Coorte Ausiliaria, combattendo al fianco dei Nani durante la guerra per scacciare gli Orchi dal Vast. Sconfitti i terribili avversari e distrutto l’impero del Vastar, ebbe come ricompensa per il meritevole servizio delle terre vicino al villaggio di Dragon Falls. Si narra che il nome del villaggio sia dovuto alla presenza di un Drago Rosso in quest’area nei tempi antichi. Un gruppo di avventurieri avrebbe ucciso il drago e fondato la taverna locale, primissimo insediamento a monte delle grandi cascate del drago. Come che sia, la religione maggiormente seguita nella zona è quindi quella di Bahamut, il dio-drago della giustizia e della legge. Squartini, un tempo adoratore della Regina Corvo, come tutti i soldati della Legione, ebbe forte riscontro nei dettami di Bahamut e si convertì quasi subito dopo essersi stabilito sulle sponde del Fire River. Uomo molto religioso, la sua fede vacillò quando sua moglie morì di parto. Nonostante la figlia fosse sopravvissuta alla madre e lui si fosse preso pieno carico della neonata, il rapporto con la divinità si era fortemente incrinato, e anche il carattere dell’uomo, un tempo aperto e gioviale, si stava incupendo. La crisi preannunciata si scatenò sedici anni dopo, quando, al ritorno dal lavoro nei campi, Marius trovò la casa devastata e la figlia scomparsa. Armato solo del proprio forcone e di una ferrea determinazione, l’ex centurione partì all’inseguimento dei rapitori. Per ventisette giorni stette alle calcagna del gruppetto, lungo le pendici settentrionali delle Earthfast Mountains, e ogni giorno guadagnava terreno. La mattina del ventottesimo giorno, alle sorgenti del Fire River, dove le Earthfast Mountains si uniscono alle Earthspur Mountains, trovò il cadavere atrocemente sfigurato della giovane figlia, lasciata indietro dai propri aguzzini che si erano accorti della posizione ormai prossima dell’inseguitore. La sera dello stesso giorno Squartini piombò sul campo dei rapitori. I cinque Drow furono massacrati senza pietà e i loro corpi smembrati furono gettati da un costone roccioso sul nevaio sottostante. Squartini, ormai completamente fuori controllo, non aveva tuttavia placato minimamente la propria sete di vendetta. Saccheggiato tutto ciò che poteva essere utile dal campo degli elfi, il vecchio rinnegò Bahamut urlando maledizioni al suo nome nel cuore di una bufera di neve, poi, invece di tornare a casa (quale casa, d’altronde?), si fece strada attraverso le durissime Earthspur Mountains, uccidendo e torturando terribilmente qualunque creatura non umana (orchi fuggiti dal Vastar, soprattutto) incontrata sul cammino.

Tre anni dopo, nelle profondità ombrose del Cormanthor, sulle rive settentrionali del Duathamper River, un giovane principe della stirpe di Sìlveris il Magnifico, raggiunse la maggiore età. Di carattere lieve e spensierato, come tutti i suoi simili, il giovane elfo abbandonò il proprio nome in favore di quello del Viaggiatore, Walker, nome rituale con cui si designa l’elfo di Sìlveris che parte per un lungo viaggio alla ricerca della maturità fisica e intellettuale. Solo dopo una grande prova di valore sarebbe potuto tornare alla propria famiglia e prendere il giusto posto come erede del padre, guida della propria gente. Walker, con solo un equipaggiamento essenziale e la sua fede in Melora a guidarlo, seguì la corrente del fiume fino al Moonsea, e da qui proseguì lungo la costa verso est. Oltrepassò Elmwood e raggiunse Mulmaster. La Città dei Pericoli esercitò una profonda influenza sul giovane elfo che rischiò di essere rapinato e assassinato diverse volte. Dopo un breve periodo passato sotto l’ala protettrice di uno Zor (un nobile locale), partì verso sud seguendo il consiglio di un mercante Mulmasterita, diretto attraverso il Vast ed al porto di Raven’s Bluff, da dove avrebbe dovuto iniziare la navigazione del Sea of Fallen Star. Il tragitto fino alle Earthspur Mountains fu pieno di pericoli, ma Walker riuscì tuttavia a raggiungere l’imponente catena montuosa e ad iniziare l’ascesa verso il passo che l’avrebbe fatto infine affacciare sulle fertili pianure del Vast.

Marius, dato per morto dalla sua gente per quasi quattro anni, aveva invece terrorizzato le popolazioni orchesche, e non solo, delle Earthspur Mountains. Le leggende di un fantasma vendicatore che devastava gli insediamenti degli orchi si inseguivano lungo le pendici delle dure montagne settentrionali del Vast. Il centurione era l’ombra dell’uomo che era stato. Magro e muscoloso, il corpo anziano, per quanto già atletico ed allenato, era stato temprato dal freddo e dalle impossibili condizioni di vita. Dietro una bianchissima barba incolta si riconoscevano a malapena le fattezze di un uomo e gli occhi luccicavano di una luce inquietante e non pienamente consapevole. Si avventò su Walker il settimo giorno dell’ascesa di quest’ultimo. Il futuro ranger, per quanto estremamente consapevole di ciò che lo circondava, si accorse di lui quando ormai era troppo tardi. La creatura delle montagne, vestita di pelli di orco e armata di un forcone incrostato di sangue, investì il giovane elfo col proprio peso e percuotendolo con le mani nude e il manico del forcone lo ridusse presto in fin di vita. L’ultima cosa che Walker vide prima di perdere i sensi fu la testa di drow essiccata dal freddo che lo osservava con sguardo spento dalla cintola dell’uomo. Squartini si preparava già a finire la sua preda quando un ruggito fece tremare le pareti stesse del valico. Un vento di tempesta e un paio di ali gigantesche si abbatterono sull’ex centurione, facendolo cadere al suolo. Quando Marius riuscì a rialzarsi col forcone in pugno, il drago lo guardò dritto degli occhi e pronunciò il suo nome.

“Fermati, sciocco mortale. Io sono il tuo dio, e ti comando di prostrarti a me!”

La voce cavernosa e potente del titano argenteo sortì un effetto inaspettato sull’umano. Gli occhi dell’uomo, improvvisamente, riacquistarono la consapevolezza da tempo perduta. La mascella a lungo serrata in un’eterna smorfia di rabbia e dolore si aprì combattendo il freddo ed il tempo per articolare una parola.

“Bahamut?” Disse cadendo in ginocchio.

“Sono io, Marius.” La voce autorevole del dio si addolcì. “Tu mi veneravi. Ora non più. Pensi che io non mi sia curato di te, ma non è così. Tutto quello che hai passato ti ha portato qui, ora, dinnanzi a quest’elfo e a me. Egli ha una missione sacra da compiere per il bene della legge e della giustizia nel mondo, anche se non lo sa. E tu hai la missione sacra di proteggerlo da qualunque avversità, fino a che la sua missione non sia compiuta o la vita non abbandoni le tue membra. Dimmi, uomo, obbedirai al comando del tuo dio?”

Squartini non rispose. Ma, toccato sovrannaturalmente dalla voce del drago nel cuore indurito dai trascorsi, dopo vent’anni dalla morte della moglie si mise finalmente a piangere per tutto quello che gli era successo e per quello che aveva fatto ignorando gli ideali di giustizia che lo avevano mosso sin dalla più tenera età. Il freddo intenso congelava le lacrime che gli rivolavano fra i peli irsuti della barba, ma lui non se ne curò. Sotto lo sguardo vigile del drago sollevò l’esile figura dell’elfo e, avvoltolo in una pelle di orco, se lo caricò a spalle, per poi iniziare il lungo viaggio verso casa. La temperatura mite del Vast in primavera giovò alla convalescenza di Walker che si riprese velocemente dalle percosse subite. Informato dal proprio aggressore del dovere di quest’ultimo di proteggerlo per un ignoto fine superiore, scelse istintivamente di fidarsi dell’uomo. Gli spiegò la propria storia e il proprio itinerario, ma il burbero umano parlò pochissimo per tutto il viaggio fino a Dragon Falls, limitandosi a rispondere laconicamente alle domande dell’elfo. Fra i resti di una vecchia casa bruciata, probabilmente da un fulmine, Walker vide Squartini cercare e trovare un grosso baule di ferro, da cui l’uomo tirò fuori un’armatura, uno scudo, una spada e un imponente elmo crestato. Splendente nella sua antica armatura da centurione Marius guidò il giovane principe verso sud, fino a Raven’s Bluff, dove, infine, si imbarcarono per attraversare il mare.