Come i nostri attentissimi lettori sapranno, sempre più spesso gli NFSR si appoggiano a Steam, la piattaforma multifunzione di Valve. In questo periodo, poi, una serie di offerte e promozioni eccezionali ci ha colpito favorevolmente (il sottoscritto in particolare!). Una delle tante offerte di cui ho usufruito è stata quella che proponeva il pacco Max Payne + Max Payne 2 a meno di quattro euro. Sono giochi un po' vecchiarelli (e infatti risolvere i problemi di compatibilità con i moderni SO non è stato facilissimo), ma, specialmente il primo, indimenticabili capolavori del genere, con un seguito (si spera) imminente - e preferisco sorvolare sulla triste fine che hanno fatto le versioni inscatolate che possedevo, una fine comunque più onorevole del Codex Eldar di Uryiel (ma questa è un'altra storia). Ad ogni modo, ho divorato il primo in una manciata di ore e poi mi sono gettato a capofitto nel secondo (che, ahimè, è quasi finito pur'esso!). La nuova interfaccia di Steam visualizza le ultime novità relative a ogni videogioco che si selezioni nella Libreria. Ovviamente sono rimasto sorpreso nel vedere che un gioco uscito nel 2003 (il 2°) avesse una "notizia recente" risalente al 12 maggio di quest'anno. Ho proseguito nella lettura ed ecco il succo della notizia: Kotaku (il famoso sito di videogames) scrive che diversi suoi lettori gli hanno indicato un particolare post sul forum della Valve in cui un utente afferma che aprendo con il blocco note l'eseguibile della versione di Steam di Max Payne 2 questi sembri terribilmente simile a una vecchia crack no-cd comparsa su internet, ovviamente con scopi non propriamente leciti, molti anni fa. Addirittura, oltre al peso dei due file, quasi identico, sempre aprendoli con il blocco note, in entrambi è presente oltre qualunque ragionevole dubbio la firma del gruppo di pirati informatici che aveva in primo luogo creato la crack - tali Myth, nella notizia originale le foto http://kotaku.com/5537223/is-that-a-cracked-version-of-max-payne-2-on-steam. Ovviamente, essendo principalmente un servizio di digital delivery, Steam vende giochi in versione digitale, senza scatola e, quindi, senza cd. Il primo sospetto, legittimo, è che, avendo qualcuno già fatto il lavoro per loro e gratis, i ragazzi di Rockstar, o chi per essi, abbiano preso la crack già esistente, apportato (forse) le minime modifiche del caso e impacchettato la versione digital delivery del gioco. Il che, se il tutto funziona e senza noie, non costituisce un grosso problema, almeno in apparenza. In realtà i problemi ci sono, e non di natura informatica: utilizzare un prodotto della comunità online per fini commerciali non è una novità nel mondo dei videogiochi MA, solitamente, anche per quello che qualcuno potrebbe chiamare rispetto professionale (pur se ultimamente questo concetto è stato lasciato ampiamente alle ortiche), quando uno sviluppatore lo fa, cita e ringrazia lo/gli appassionato/i che ha/hanno contribuito con il suo/loro lavoro (non retribuito). Quelli di Rockstar, o chi per essi, non l'ha fatto. Ma avrebbe davvero dovuto? Diventa difficile combattere attivamente la pirateria informatica ringraziando poi pubblicamente un gruppo di pirati per un lavoro fatto (con scopo chiaramente illegale, non ci prendiamo in giro dicendo che le crack servono solo a chi possiede un gioco e non ha voglia di mettere il cd nel lettore ogni volta). Ovviamente tutto, firma evidente compresa, è frutto di supposizioni, per quanto ragionevoli, ma l'interrogativo morale rimane.
sabato 3 luglio 2010
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