sabato 31 luglio 2010

Stacraft 2 e vacanze.

Stupiti da questo accostamento? Non dovreste, ma se non lo siete, probabilmente non lo siete per i motivi sbagliati. Starcraft 2, probabilmente uno dei giochi più attesi dell'universo, ha finalmente visto la luce (solo il primo capitolo su tre però, non vorremmo mai esagerare), proprio martedì scorso, in tempo per accompagnarci nelle lunghe giornate e nottate di agosto. Almeno nelle intenzioni degli sviluppatori. Tuttavia il collegamento fra Starcraft e le vacanze non è questo, e a dirla tutta l'accostamento era un mero espediente per parlare di entrambe le cose in un unico post. Partiamo dalla più importante, ovviamente, e non mi si venga a parlare di priorità: le vacanze. Come ogni anno, anche in questo 2010 il blog è stato un po' trascurato, forse, a volte molto seguito, a volte lasciato un po' a se stesso, ma in ogni caso, come ogni anno, ora si prende un mesetto di vacanza, quindi vi lascerò domani con la "frase del mese" e ci rivedremo a settembre, salvo comunicazioni urgenti (ho sempre sognato di annunciare la fine del mondo - anche se poi non ci sarebbe nessuno a leggerlo. Ma mettete che una parte sperduta della popolazione mondiale si salvi e regredisca a uno stato primitivo, risalga la scala evolutiva fino a ripopolare la terra e a dominare nuovamente le scienze, trovi un computer, riesca ad analizzarne i dati e scopra dal blog NFSR cos'è successo ai propri antenati in un tempo ormai leggendario? Forse dovrei anche cancellare contestualmente la cronologia di internet, però). Passiamo a Starcraft 2, che un po' come Matrix 2, in effetti, potremmo chiamare Starcraft Reloaded. Perchè? Perchè tanto si è detto e tanto si è discusso su questo gioco prima dell'uscita, e tanto se ne parlerà anche ora, ovviamente, ma una cosa è sempre stata chiara a tutti: SC2 non sarebbe stato un gioco nuovo, qualcuno (compreso il sottoscritto) si è azzardato addirittura a dire che sarebbe stato un gioco già "vecchio" all'uscita. E così è. Ovviamente il fatto che sappia di "vecchio" è una mia opinione, ma il gioco è fermo lì, al 1998. Non nella grafica, molto ben curata e, questa si, gaudente di un restyling che ammoderna un po' tutto. Non nella fisica, che gestisce bene le esplosioni, i proiettili (e come dimenticarsi delle "ginocchia", grandiosa rivoluzione che permette alle unità di scalare i dislivelli del terreno). Ma nell'animo, nella struttura di gioco che non ha mutuato, copiato, preso ispirazione da nessuno strategico "moderno" ma è rimasta esattamente identica a quella del gioco originale. Ora, qualcuno potrebbe dire che, coraggiosa o folle, la scelta sia stata ponderata e apprezzabile, coerente con la saga, anche se vagamente retrò, e non ci sarebbe niente di male. Qualcuno potrebbe ovviamente dire che lo stile più frenetico e incentrato all'azione degli RTS moderni come quelli di THQ (leggi Dawn of War e Company of Heroes), che de facto dettano il passo nel genere, gli piace di meno, o affatto, e che preferisce un approcio ormai tranquillamente definibile come "classico" - e 12 anni nel mondo dei videogames sono davvero tanti. Nussuno però può assolutamente dire che non se lo aspettasse, perchè le premesse erano quelle e quelle erano le intenzioni annunciate della Blizzard. Perciò prima di andare avanti a leggere (ho sempre sognato scriverlo!) sappiate che se ormai (e parlo ai giocatori di vecchia data - chi gioca da meno di 10 anni probabilmente neanche sa di cosa io parli) il vostro gusto per gli RTS è andato oltre a quello di stampo Age of Empire "costruisci il cittadino, mandalo a raccogliere le risorse, accumula le risorse, costruisci un grosso esercito, vai all'attacco" in Starcraft 2 non trovete pane per i vostri denti, anzi, quel pane lo troverete un po' duretto e ammuffito. SC2 si presenta innanzitutto dietro a un paravento, quello del nuovo Battle.net, di cui non parlerò qui, ma che, almeno sulla carta, dovrebbe essere un ottimo supporto per i giocatori dei titoli Blizzard più recenti (diciamo da WoW in poi - e in quel "in poi" Galfrejus legge speranzoso un "Diablo 3"). L'interfaccia che ci si presenta a questo punto non è facilmente scindibile: siamo ancora in Battle.net o già in SC2? Tutto è minimalista, ma funzionale. Possiamo accedere indifferentemente ai servizi di Battle.net o alle funzionalità di gioco di SC2 all'interno della stessa interfaccia, e a costo di voler sembrare pignoli, per quanto comodo sia il tutto, l'impressione che dà è quella di un gioco chiaramente votato ad un'esperienza multigiocatore. E' anche questa una cosa di cui stupirsi? Assolutamente no, il gioco originale è tutt'ora uno dei più giocati online al mondo, tanto che, a quanto pare, alla comunità videogiocatrice sudcoreana, la più attiva, sfegatata e accanita nello specifico, SC2 viene regalato dalla Blizzard (a patto, ovviamente, di possedere un account attivo di World of Warcraft). Tuttavia tutto concorre verso il punto che mi preme far risaltare. Sulla campagna single player non mi soffermo a lungo. Questo primo atto segue le gesta del caro vecchio Jimmy Raynor, ora ribelle e terrorista che cerca di abbattare l'oppressivo regime dell'Imperatore Mengsk. Le missioni non sono più strettamente lineari e possono essere affrontate secondo la preferenza del giocatore (un po' come succede in Dawn of War 2, unica concessione al genere). La trama - e di conseguenza i filmati d'intermezzo - sono ovviamente una parte importante dell'esperienza di gioco, come d'altronde lo sono sempre stati nei curatissimi titoli Blizzard. Le missioni sono sì varie, ma ripropongono quasi costantemente le stesse meccaniche, e probabilmente non potrebbe essere altrimenti. Il vero cuore del gioco, intanto, è nel multiplayer. Per chiunque abbia giocato a WoW il sistema risulterà familiare, ricalcando in parte quello delle Arene del colossale MMORPG della Blizzard. Il giocatore ha i suoi progressi registrati e monitorati, ascendendo o cadendo all'interno dei vari gironi in cui sono strutturate le varie modalità di gioco (2v2, 3v3, ecc.) e proprio come in WoW si ha la possibilità di creare una squadra permanente con cui affrontare l'agguerritissimo popolo della Rete. Il sistema, si spera, funziona, e farà la gioia degli appassionati del primo gioco. Ed eccoci tornare a bomba al punto di cui sopra. In caso ancora non fosse chiaro questo nuovo e brillante diamante di casa Blizzard ha un solo (forse insormontabile) difetto: difficilmente può essere definito un gioco nuovo, ma più che altro ci troviamo di fronte a un remake dell'originale. E un remake costoso, aggiungerei, perchè, almeno io, se non alla paura di non trovare più nessuno con cui giocare online, non imputerei ad altro, al momento attuale, l'esborso di 60 euro per un gioco uguale a uno che possiedo già e che ha giovato di 12 anni di patch e bilanciamento.

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