venerdì 14 gennaio 2011

Minecraft.

Il blog è stato un poco trascurato nelle ultime due settimane, e la motivazione ha un nome: Minecraft. Fortunatamente il potere magnetico che ha esercitato su di me nei primissimi giorni dopo la sua scoperta è leggermente scemato, e ora sono in grado di raccogliere le idee e condividere con voi l'infinità vastità di questo gioco. Iniziamo con un po' di storia: il gioco è stato rilasciato dopo appena una settimana di sviluppo da parte del suo geniale ideatore Markus Alexej Persson, il 17 maggio 2009, ed è recentemente entrato finalmente in fase beta. Appena all'inizio di quest'anno ha raggiunto l'ambito traguardo di più di un milione di copie vendute, nonostante non sia ancora finito. Ma cos'è Minecraft? La risposta migliore a questa domanda è sicuramente: giocateci. Proverò comunque a spiegare a parole quello che su schermo si rivela davvero intuitivo. Iniziamo da soli (e, a meno che non giochiamo online - forse la vera anima del gioco, ma purtroppo al momento ancora non ottimizzata - lo saremo per tutta la durata della partita) solitamente su una spiaggia di un mondo generato completamente a caso ogni volta che avvieremo una nuova partita. E per mondo intendo mondo! Al momento attuale, infatti, non abbiamo ancora incontrato barriere a fermarci nel nostro vagare orizzontale (logicamente è impossibile però salire troppo in alto o scendere troppo in basso). I climi e gli ambienti, per quanto ci è stato possibile vedere, variano in base alla latitudine e all'elevazione del dato luogo in cui ci troveremo, e spazieranno da deserti a montagne innevate, fino a placide e amene vallate verdeggianti. Perchè tanto dettaglio per l'ambientazione? Semplicemente perchè il mondo stesso sarà il nostro strumento di gioco principale. Tutto il mondo di gioco, infatti, è composto da cubi delle stesse dimensioni (1m per 1m) fatti dei più disparati materiali. La nuda terra sarà composta da cubi di "dirt" o "grass", mentre una scarpata sarà fatta da cubi di "stone". Gli alberi sono composti da cubi sovrapposti di "wood", mentre il mare da cubi di "water", ovviamente. L'intuizione geniale del gioco viene proprio da questi cubi. Se distrutti con lo strumento adatto, un piccone per la pietra o un'ascia per la legna per esempio, i cubi potranno essere raccolti e impiegati sostanzialmente in due modi. Il primo, più banale, è quello di riposizionarli a piacimento sullo scenario, utile, ovviamente, a fini architettonici: quell'albero mi sembra perfetto per costruirmi una capanna! Il secondo scopo è ancora più brillante: combinando i diversi materiali in forme predefinite all'interno di un apposito riquadro di "crafting" nel nostro inventario, saremo in grado di creare quasi un centinaio di utensili differenti (o varianti migliori dello stesso utensile: un piccone di ferro durerà più a lungo e aiuterà a scavare più velocemente che uno di pietra o di legno) che ci aiuteranno nella strenua lotta per la sopravvivenze in questo mondo che, placido e colorato di giorno, diventa terribilmente ostile al giocatore durante la notte. Il gioco presenta infatti un ciclo giorno/notte (constante di circa 12 minuti il primo e la metà, 6, la seconda) che offre una motivazione valida al giocatore almeno nelle prime sessioni di gioco: accumulare risorse e costruire solide difese e armamenti di giorno, sopravvivere a quattro tipi differenti di mostri durante la notte. Appena calereanno le tenebre, infatti la terra si popolerà di orride creature intente solo nell'eliminazione del giocatore. Solo il fuoco impedirà a questi mostri di comparire in un dato luogo (ma non di spostarvisi in seguito), pertanto nelle prime giornate di gioco correremo contro il tempo per creare un rifugio solido, difendibile e ben illuminato. Quando ormai i mostri saranno un problema secondario, perchè per esempio alte mura di pietra e un fossato di lava -come nel castello di Galfrejus - provvederanno a una solida sicurezza notturna, potremo dedicarci alla secondo parte del gioco: la ricerca in miniera (da qui, con tutta probabilità, il nome del gioco stesso) dei materiali preziosi necessari a creare gli oggetti più avanzati, dagli utilissimi orologi che ci diranno a che punto è il sole (o la luna) nel suo percorso attraverso il cielo, o alle ancora più utili bussole, che punteranno sempre verso il nostro punto di partenza, a cui si torna anche in caso di morte, colla penalità, sensibile, di lasciar però cadere tutti gli oggetti che avevamo con noi nel punto in cui abbiamo perso la vita. Le miniere, poi, sono veri e propri dungeon che si aprono nel terreno in dedali intricatissimi popolati dagli stessi mostri che ci funestano in superficie durante la notte. Riuscirà la vostra avidità di oro e diamanti a vincere la paura delle tenebre e di cadute vertiginose in profondissimi pozzi pieni di lava?

1 commento:

Uryiel ha detto...

Mi avete allagato la casa!