sabato 29 ottobre 2011

Warhammer 40000: Space Marine.

Il videogioco di Space Hulk vi ha terrorizzati (per quanto fosse brutto, ovviamente)? Essere un Guerriero del Fuoco non vi ha emozionato a dovere? Controllarli dall'alto vi ha sempre fatto sentire come se mancasse qualcosa? Allora è finalmente il momento di prendere i panni potenziati di uno Space Marine e combattere per l'Imperatore in prima (terza in realtà) persona! La THQ e Relic (al suo debutto nel genere) ci regalano la possibilità di calarci nella parte del Capitano Titus, imbracciare le armi migliori a disposizione del genere umano e difendere Graia dall'invasione degli Orki (e di qualcosa di ben peggiore). Il gioco, Call of Duty docet, presenta due modalità ben distinte fra loro e di cui vale la pena parlare separatamente: la campagna per giocatore singolo e le modalità multigiocatore. Nella campagna, come accennato, impersoneremo Titus, valente Capitano degli Ultramarine (2a compagnia, a giudicare dagli spallacci) e, accompagnati dal Sergente Sidonus e da Fratello Leandros, saremo la prima linea di difesa (e d'attacco) dell'Imperium contro l'invasione orkesca del Kapoguerra Grimskull sul Mondo Forgia Graia, famoso e di importanza vitale per la sua produzione di Titani Warlord. Senza dilungarci nella trama, anche per evitare anticipazioni, ci limiteremo a dire che presenta molti e vari colpi di scena, oltre a epici combattimenti e a un climax poco prima della fine che coinvolge un ponte e i Corvi Sanguinari (ma non dirò altro). Entrando nello specifico delle meccaniche di gioco, Space Marine si presenta come uno sparatutto in terza persona duro e puro, frenetico e (al livello di difficoltà più elevato) abbastanza impegnativo. Contando sui propri riflessi, la propria forza, l'armatura potenziata, e la fede nell'Imperatore, il Capitano Titus disdegna le coperture (dimentichiamoci quindi di Gears of War) e ama, quando ce n'è l'occasione, menare le mani con un sistema di corpo a corpo basato sulle combo (in questo caso ricordiamoci di God of War). Comunque, a meno che non siate fanatici della mischia, passerete molto tempo a sparare con le varie e realistiche (in termini di rapporto effetto nel wargame - effetto in gioco) armi che spaziano dall'onnipresente Requiem in tutte le sue versioni, pistola, fucile, fucile di precisione, Requiem d'assalto, Requiem pesante, al Cannone Laser, a quello Plasma, ai fucili Termico e Plasma e infine al Lanciagranate Vendetta, piccola orignalità che la Relic si è potuta, in ultima analisi, permettere. Gli Orki, come loro consuetudine, attaccano in massa, e il sangue e le interiora scorrono a fiumi con una media di almeno 150 uccisioni per ogni singolo capitolo di gioco, e le situazioni più affollate diventano presto pericolose anche per il giocatore che possiede due indicatori vitali, quello dell'armatura, che si ricarica non subendo danni per un certo periodo di tempo come è ormai consuetudine, e quello della vita, che invece può essere recuperata solo attraverso spettacolari e truculenti mosse finali nei confronti dei nemici precedentemente indeboliti. Uccidere i nemici in maniera spettacolare caricherà più velocemente anche il nostro indicatore della Furia, che, una volta pieno, ci permetterà di attivare una sorta di bullet time in modalità di mira o di recuperare vita e diventare ancora più micidiali in corpo a corpo per un limitato lasso di tempo. Sul fronte del level design, oltre al dovuto plauso agli artisti di Relic per la riproduzione viva e assolutamente fedele dell'immaginario di Warhammer 40k, affronteremo per lo più livelli lineari con scontri casuali e abbondanti script che generano incontri epici (ma, ahimè, funestati dallo storico problema degli script: rigiocando la stessa sezione una seconda volta sapremo già esattamente cosa aspettarci), e in alcune occasioni, come piacevole diversivo, avremo la possibilità di indossare un Jetpack e svolazzare per sezioni più ampie e articolate (specialmente in verticale!) e portare dall'alto la morte ai nemici dell'Imperatore. Infine, per spingerci ad esplorare più a fondo i fantastici (almeno dal punto di vista architettonico) livelli, gli sviluppatori hanno sparso in giro dei servoteschi che, se raccolti, aiuteranno a raccontare la storia dell'invasione di Graia attraverso i diari personali della popolazione. In definitiva, per quello che riguarda la campagna principale, possiamo dire che il lavoro svolto è stato di ottimo livello, con una trama abbastanza solida, un gameplay a mio avviso quasi perfetto (almeno nella misura in cui era necessario rappresentare le straordinarie capacità marziali degli Space Marine) e un level design lineare ma visivamente appassionante; peccato però per alcune sezioni decisamente frustranti, per una non sempre felice scelta nel posizionamento dei check point e per i due scontri con i "boss" del gioco decisamente dimenticabili. Passiamo al multiplayer. Una cosa salta subito all'occhio (e non a caso è uno degli aspetti che gli sviluppatori avevano messo maggiormente in risalto prima dell'uscita del gioco): Warhammer è innanzitutto modellismo, il punto forte del multiplayer di Space Marine è, dunque, naturalmente, la personalizzazione. Avremo a disposizione 8 tipi di armature differenti per ognuna delle due fazioni giocabili (Space Marine Lealisti e del Chaos) per un totale di 16 set (a cui si vanno ad aggiungere quelli specifici dei capitoli più famosi, due di base e gli altri acquistabili dai vari store online) suddivisi in 9 parti, elmo, corazza, i due avambracci, le due gambe, lo zaino e i due spallacci. Un totale di 72 pezzi di armatura differenti per fazione, sbloccabili attraverso un sistema di sfide in gioco (per esempio morendo molte volte si sbloccheranno le parti dell'armatura danneggiate e delle protesi bioniche!), ovviamente colorabili a piacimento e personalizzabili con il simbolo del proprio capitolo preferito (non ci sono tutti tutti, ma la maggior parte dei più famosi), e poi combinabili come più vi aggrada. Andate pazzi per l'elmo dell'armatura Mk 6 Corvus, e per la gorgiera della Mk 8 Errante? Sbloccate i due pezzi e metteteli insieme sul vostro modello. Quando vi sarete stancati di ricreare in gioco il vostro Space Marine perfetto potrete dedicarvi a uccidere un po' di avversari. In modalità Versus 16 giocatori si dividono in due squadre (Lealisti vs Chaos, ovviamente) in due tipi di partita: Annientamento (vince la squadra che uccide per prima 41 nemici) o Cattura dell'Obbiettivo (si conquistano i punti di controllo e si guadagnano punti in questo modo). Sono disponibili tre classi: il Tattico (fucili vari ed eventuali), l'Assaltatore (jetpack e armi da mischia) e il Devastatore (armi pesanti). Col progredire dei livelli (41 in tutto) si sbloccano armi e accessori per le varie classi e completando sfide in gioco con le armi si sboccano perk specifici per quell'arma, personalizzando la classe secondo il vostro stile di gioco e rendendola sempre più letale. A differenza del single player non esistono mosse finali per eliminare gli avversari e anche la vita viene recuperata col tempo. Le mappe fin'ora disponibili (non tantissime a dir la verità) sono anguste al punto giusto e svolgono bene il proprio dovere, rendendo spesso lo scontro ravvicinato e brutale. L'altra modalità multiplayer appena implementata con la patch 1.03 si chiama Exterminatus, e, come è facile intuire, mette 4 giocatori al centro di un'arena in cui si riversano 20 ondate via via più impegnative e numerose di Orki. L'effetto è quello di trovarsi a vivere in prima persona quanto provato nelle arene online del Last Stand di Dawn of War 2 e il sistema di rientri molto intelligente permette a un giocatore morto di tornare in vita solo se la squadra riesce a effettuare abbastanza uccisioni da sbloccare una vita extra. Ogni tanto, poi, vengono proposte delle sfide che tutta la squadra deve portare a compimento in un determinato lasso di tempo per poter guadagnare punti extra. Alla fine dell'arena (superata l'ondata 20 o, più realisticamente, morti tutti i giocatori con nessuna vita extra rimasta), il gioco assegna una quantità di punti variabile a seconda dell'ondata raggiunta e delle sfide completate. I punti influiscono sull'esperienza ottenuta, esperienza in comune con la modalità Versus, così come lo sono le classi e gli sbloccabili. Alla fine di questa lunga chiacchierata sull'ultima fatica della Relic è però necessario spendere due parole sui bug che hanno funestato il gioco sin dal lancio. Il più grave, e il più famoso, è sicuramente stato quello del matchmaking, che ha impedito ai giocatori, specialmente quelli del Playstation Network, di accedere alle partite online in tempi ragionevoli (si parla di attese superiori ai 30 minuti) e a volte di accedervi affatto. Si riscontrava anche un pesante difetto di bilanciamento fra le classi, ma la maggior parte di questi problemi, e altri minori, sono stati risolti dai produttori nelle 3 patch uscite fin'ora, tuttavia quasi un mese è servito per poter risolvere i problemi più gravi e questo ahimè influisce un po' sulla valutazione globale del gioco che, a mio avviso, supera comunque di slancio il discreto.

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