Estate 2522 del Calendario Imperiale. Archaon, Dominatore della Fine dei Tempi, sta per abbattere la sua Tempesta del Chaos sull'Impero e oltre. Le sue immense armate hanno appena devastato Kislev e l'Ostland e avanzano attraverso il Nordland. Le forze del Conclave della Luce non si sono ancora riunite a Middenheim, obbiettivo dichiarato degli adoratori degli dei oscuri, e il tempo inizia a scarseggiare. Vermar Holmbec di Nuln, Generale dell'Impero, riceve il cruciale compito di difendere il villaggio di Sokh e rallentare Archaon per almeno un lunghissimo, vitale giorno. La mattina dell'ottavo giorno di Vorgeheim le forze del Chaos si presentano davanti alle fortificazioni di Sokh, il Prescelto Eterno al centro della sua schiera. L'armata imperiale del Middenland e un manipolo di alleati elfici e nanici, in netta inferiorità numerica, stanno aspettando lungo le ridotte dalla notte prima, le nocche delle mani di ogni soldato bianche nello sforzo di stringere la propria arma, spada, lancia, martello o archibugio, e lo sguardo carico d'odio e della determinazione di difendere tutto ciò che c'è di sacro nel Vecchio Mondo. Le tre torri di Sokh svettano nella bruma del primo mattino, i migliori soldati di ogni razza chiamati a difenderne una almeno fino a quando il sole non arrosserà la terra. Vermar Holmbec dirigerà la battaglia dalla torre centrale, difeso da un reggimento di austere e inflessibili Guardie Teutogene. Comincia. I barbari ululanti, le progenie e gli orrori sbavanti si lanciano in avanti, ansiosi di superare il terreno che li separa dai nemici e iniziare il massacro. Con un rombo di tuono anche la cavalleria pesante si appresta ad attraversare la terra di nessuno sotto la pioggia di fuoco e frecce dei difensori. La cavalleria imperiale controcarica il centro della linea nemica, attraversandola, ma poco dopo perde l'impeto e viene sopraffatta dai possenti prescelti del signore del mutamento. Sul fianco destro, dove gli Elfi resistono impassibili, l'antichissimo drago Glaurus segue l'esempio dei giovani umani e carica a testa bassa i nemici del bene. La linea del Chaos barcolla e infine cede, anche se a costo della vita del drago. Il fianco sinistro, tenuto dagli agguerriti Nani, se la cava decisamente peggio. I nemici avanzano sotto i quadrelli e le cannonate e solo l'acciaio e la ferrea determinazione del popolo di Grugni riescono infine, con molta fatica, a fermarli. Giganteschi orrori si scatenano contro i Nani, uno Shaggoth e un gigantesco Mammoth da guerra imperversano fra le loro linee, ma alla fine la testardaggine e i colpi di cannone li abbattono entrambi. Gli scontri più feroci, tuttavia, stanno avendo luogo lungo il centro della linea. Archaon e i suoi massicci guerrieri hanno davanti a sè solo la volontà e il coraggio degli uomini, supportati da una buona dose di polvere nera. Tre volte le cariche del Chaos vengono spezzate dal tiro disciplinato degli archibugi imperiali, ma alla fine una banda di barbari versati nell'adorazione del dio Khorne riesce ad assaltare la torre difesa dalle dure Guardie Teutogene che, per nulla intimorite dal grande numero di nemici, li respingono e li mettono in rotta, seppur con gravi perdite. I seguaci ti Tzeench si sono abbattuti sull'incudine inamovibile dei Nani e sono stati respinti, i guerrieri di Slaanesh sono stati volti in fuga dagli Elfi e solo Archaon e pochi adoratori di Khorne ancora combattono fino alla morte (dei loro nemici o la propria) contro l'armata imperiale al centro. Il giorno volge al termine e la vittoria sembra arridere ormai certa al Conclave della Luce. Tuttavia i pestilenziali accoliti di Nurgle hanno sfondato quasi indenni la sottile linea di difesa fra l'Impero e gli Elfi e ora attaccano entrambe le forze sui fianchi. Gli Elfi, sebbene abbiano subito pochissime perdite, sono profondamente demoralizzati dalla morte dell'antico Glaurus e, dopo aver inizialmente respinto anche questo nuovo attacco, si fanno prendere dal panico e fuggono disonorevolmente lasciando la posizione e i pochi umani rimasti che, sotto la guida di un feroce Prete Guerriero di Sigmar ripiegano verso la torre ormai abbandonata. Il resto delle forze del Middenland, ancora impegnate a eliminare gli ultimi implacabili guerrieri di Khorne, non riesce a impedire a tre mostruosi Ogre di Nurgle di assaltare la torre difesa da Vermar Holmbec e ormai solo più una manciata di Guardie Teutogene. Con la torre degli Elfi abbandonata e facile preda, perdere anche la torre centrale significherebbe consegnare Sokh al Chaos, e Middenheim è a meno di un giorno di marcia. Vermar Holmbec, seppur ferito, è deciso a impedirlo. Le putride aberrazioni fanno irruzione e le poche Guardie Teutogene rimaste combattono fino all'ultimo uomo uccidendone due. All'apice dello scontro il Generale dell'Impero si trova faccia a faccia con un gigantesco fetido mostro, gli punta la pistola alla testa deforme e spara. L'orrido muso della creatura esplode in una cascata di sangue, pus e mosche, poi la carcassa dell'ogre rotola giù per le scale della torre. Il sole sta intanto tramontando oltre alla foresta del Drakwald e ai pochi superstiti dell'avanguardia di Archaon non resta che ritirarsi. Quello che potrebbe sembrare un piccolo contrattempo, il giorno perso nella mancata conquista di Sokh, si rivelerà fatale per le orde del Chaos nella battaglia finale alle porte di Middenheim. Sebbene non consapevole di aver scritto la storia, Vermar Holmbec, mentre gravemente ferito viene trasportato dai suoi uomini all'Ulricsberg, sa di aver compiuto il proprio dovere, come sempre.
giovedì 12 gennaio 2012
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