mercoledì 28 novembre 2012

Il dissenso dell'Ecoterrorista. (6)

E' passata una vita, ma a quanto pare qualcuno ancora si ricorda del fatto che questo blog è uno spazio aperto a tutti gli NFSR per pubblicare le proprie idee, opinioni e produzioni (per quanto tutte debbano passare sotto il rullo compressore della mia censura implacabile). Ed ecco che il caro vecchio Atlon/Luciferus/Brocelinande, o come vogliate chiamarlo, torna a importunarci con un nuovo gioco di ruolo, e forse con altri racconti nell'immediato futuro.




Sembrano passati anni da quando ho scritto l'ultima volta per questo blog. In effetti credo che il mio ultimo intervento fosse stato su The Witcher 2, il che vorrebbe dire che è passato quasi un anno e mezzo! Devo recuperare il tempo perduto e parlarvi di paio di giuochi videoludici usciti in questo anno (e mezzo) e, perchè no, magari anche un po' di varietà, dato che KidneyMagno sembra aver ormai rinunciato al deliziarci coi suoi anedddoti dal dubbio interesse.Iniziamo subito con un rpg che mi ha letteralmente risucchiato per ormai quasi un mese. No, non si tratta di Skyrim (anche se pure quello mi ha rubato fin troppe ore della mia vita), ma di Dark Souls!Dark Souls è un action-rpg uscito nel 2011, ma adattato al pc solo quest'anno, sviluppato dalla From Software, una casa giapponese. Ammetto la mia ignoranza in fatto di rpg giapponesi, dei quali ho un'immagine che si limita ad un mucchio di minchioni complessati dai vestiti idioti ed i capelli improbabili (sto parlando di Final Fantasy), quindi immaginerete la mia sorpresa nello scoprire l'origine di tal capolavoro. Fin dalle prime battute ci vedremo presentati ad un mondo tetro e malinconico: interpreteremo un non-morto, esiliato ed imprigionato in una terra antica, che un giorno vede di fronte a sè la possibilità di fuggire dalla prigionia; ma cosa lo aspetta dopo?Ecco una delle caratteristiche di Dark Souls: la storia va ricercata; saranno rari i momenti nei quali i (pochi) dialoghi ci daranno delucidazioni sul dove e perchè siamo qui, o quale sia la storia che si cela dietro la terra nella quale ci troviamo. Il giocatore superficiale rimarrà spaesato ed ignaro di fronte al mondo, ma chi avrà la volontà di scavare un poco scoprirà un universo curato nei minimi dettagli in modo quasi maniacale. Le descrizioni di ogni arma, armatura od oggetto forniranno dettagli sulla mitologia o sul presente; alcuni dei rarissimi compagni non-morti che incontreremo, se sollecitati, potrebbero raccontarci aneddoti; il tutto si incastra andando così a ricostruire, come un puzzle, il background del mondo di Dark Souls. Il tutto però rimarrà pervaso da un forte senso di vago che lascia grande spazio alla fantasia ed alle speculazioni, rendendo tutto ancora più interessante. Questo gioco è famoso, o famigerato, per essere brutale e spietato in ogni suo aspetto, e non posso che concordare; mettetevi l'anima in pace e rassegnatevi ad un calvario di morte e frustrazione.Non ci verrà dato molto tempo per imparare le meccaniche base del gioco; dovremo armarci di pazienza, stringere i denti ed imparare attraverso i nostri errori a superare le sfide che ci vengono poste. Il combattimento è forse il più soddisfacente che abbia mai provato: curatissimo, realistico senza essere noioso e profondamente dipendente dalle abilità del singolo; ogni arma avrà il suo peso che si rifletterà negli attacchi del personaggio, con mosse e velocità diverse; proprio lo studio delle animazioni di attacco nostre e dei nemici sarà fondamentale per essere vittoriosi: dovremo imparare i tempi giusti nei quali attaccare per evitare di rimanere scoperti o vedere il proprio attacco parato, e viceversa. Nel fin troppo probabile caso che dovessimo morire rinasceremo all'ultimo falò (una sorta di checkpoint, dove spendere punti, riparare e varie altre cose) sotto forma di hollow e dovremo tornare nel punto dove siamo stati sconfitti per recuperare tutte le anime (la moneta universale del gioco) che avevamo con noi al momento della morte. I falò saranno però pochi, alcuni anche nascosti, e se dovessimo morire nuovamente prima di aver recuperato le nostre anime esse verranno perse per sempre. Oh, e i nemici tornano in vita ogni volta che torneremo al falò. Oh, e non c'è la minimappa, nonostante il mondo sia labirintico e privo di qualsivoglia indicazione. Una volta però imparato a conoscerci ed a conoscere ogni sfida essa si rivelerà sormontabile ed estremamente gratificante, ripagando il giocatore abile (o persistente) e senza mai ricorrere ad espedienti ingiusti per rallentarci. Dark Souls offre una grande rigiocabilità; il nostro personaggio non sarà limitato dalla classe, ma potremo spendere punti nelle statistiche che preferiamo ed equipaggiarlo come vorremo, potendo quindi sbizzarrirci in build diversissime. Inoltre il gioco può essere affrontato in ordine e maniere diverse: avremo poche limitazioni sui posti che potremo raggiungere e relativi boss, anzi, potremo incontrare personaggi o attivare eventi molto diversi a seconda dell'ordine delle nostre azioni, incoraggiando quindi più di una rigiocata per scoprire tutte le sfaccettature di questo gioco. Insomma, Dark Souls è estremamente difficile ma mai ingiusto; silenzioso ma con molto da dire; labirintico ma profondo; oscuro ma con momenti davvero toccanti. Non posso raccomandarvelo abbastanza.

Prepare to die.

domenica 25 novembre 2012

Frase della settimana

"Keep friends close and enemies guessing."

(Katarina du Couteau)

sabato 24 novembre 2012

II Torneo Galattico di Squadre di Soppressione.

Oggi e domani si svolge al Lingotto di Torino la manifestazione GiocaTorino 2012, fiera del gioco da tavolo. Come LIUT abbiamo avuto la possibilità di organizzare un evento all'interno della manifestazione e io e l'amico Hippie abbiamo colto al balzo la possibilità di organizzare una seconda edizione del fantastico torneo a Squadre di Soppressione del mese scorso con alcune aggiustatine alle regole nate dall'esperienza maturata e dal feedback dei giocatori nel primo torneo, e così oggi le squadre sono nuovamente scese in campo. Purtroppo (e in larga misura inspiegabilmente) l'affluenza è stata decisamente più scarsa rispetto all'altra volta e solo 10 giocatori hanno partecipato. Nonostante questo è stato senza ombra di dubbio il torneo più divertente che abbia organizzato o a cui abbia partecipato quest'anno, essendosi svolto in un clima totalmente non competitivo - d'altronde i 10 partecipanti erano tutti amici e soci LIUT. Dopo le 5 partite disputate in poco meno di tre ore, i Leader delle squadre, con tutti i potenziamenti ottenuti nel corso del torneo, si sono scontrati in un mini-torneo a eliminazione diretta per stabilire chi fosse il Kapo dei Kapi. Ecco la classifica finale:

1) Sgaua
2) Mahur Barbanera
3) Serge
4) Chen Yi Long
5) Stefano De Angelis
6) Galfrejus
7) Matteo Simonetti (Miglior Squadra)
8) Remuas
9) Hippie (Kapo dei Kapi)
10) KidneyMagno

domenica 18 novembre 2012

Frase della settimana

"Violence solves everything!"

(Katarina du Couteau)

giovedì 15 novembre 2012

3° Torneo a Coppie LIUT.

Arriva un po' in ritardo quest'anno l'annuale torneo a coppie di Warhammer 40000 della LIUT. Ritardo giustificato dal cambio di edizione e dal necessario periodo di attestamento delle nuove regole. Purtroppo da qualche mese a questa parte i tornei di 40k sono funestati da una particolare lista (le famigerate 27 mante - per chi non sapesse di cosa parlo si tratta del "piccolo boost" che Phil Kelly ha concesso al codex Demoni del Chaos rendendolo virtualmente invincibile a patto, però, di giocare una lista e una sola), e in sostanza si gioca per la prima posizione utile dopo quella/e occupata/e dalle eventuali liste di Demoni che, invariabilmente, arrivano sui gradini più alti del podio. Di conseguenza l'attenzione per i tornei mia e di Galfrejus è notevolmente scemata, tuttavia un legame sentimentale ci lega a questo torneo e non abbiamo potuto tirarci indietro quando l'amico Hippie ha chiamato alle armi. Ci siamo presentati al torneo con una solida lista di Cavalieri Grigi e Guardia Imperiale (lista fortissima, a detta del buon Remuas, avvicinatosi da poco al 40k e quindi ancora ingenuo da questo punto di vista) pronti a vendere cara la pelle. Ben due coppie sulle 12 totali schieravano le suddette tre unità da 9 strillatori di Tzeentch, dunque le possibilità di incontrare una delle due era ahinoi superiore al 60%. Ovviamente, poi, l'accoppiamento casuale iniziale ha fugato ogni dubbio ponendoci proprio contro 27 mante che, senza esagerazioni, hanno vinto la partita da sole, uccidendo qualsiasi nostra unità presente sul campo di battaglia e risparmiando solo le nostre tre Cannoniere Vendetta. Seconda partita partendo già dalla parte bassa della classifica contro Angeli Sanguinari e Lupi Siderali alle prime armi superati in agilità. Terza partita al tavolo 3 (con i Demoni impegnati sui primi due tavoli e quindi le prime due posizioni della classifica già stabilite), e quindi con un possibile terzo posto in vista, contro Angeli Sanguinari e Cavalieri Grigi. Passiamo in vantaggio sin da subito e teniamo duro fino all'ultimissimo turno quando, infine, i dadi smettono di girare e perdiamo tutta la mia metà dell'esercito concedendo la vittoria agli avversari. La classifica finale ci vede al 7° posto (sensibile miglioramento rispetto all'anno scorso ma decisamente peggio che in passato e al risultato sperato) e, come da copione, Demoni al 1° e 2° posto. Potrebbe sembrare che un senso di fatalismo permei la descrizione di questo torneo: probabilmente è così. Per un po' gli NFSR si allontaneranno dalla scena torneistica di Warhammer 40000 (dedicandosi nel frattempo, magari, a Squadre di Soppressione!).

domenica 11 novembre 2012

Frase della settimana

"The unanswered mystery is what stays with us the longest and is what we'll remember in the end."

(Alan Wake)

sabato 10 novembre 2012

Alan Wake.

Un po' di tempo fa, eccitatissimo all'idea dell'uscita di Max Payne 3, scrissi che una volta sviscerato il gioco ne avrei parlato qui sul blog. Terminatolo, però, l'entusiasmo era ormai scemato. Non che fosse brutto, intendiamoci, anzi, come tutti i giochi firmati Rockstar si tratta senza dubbio di un capolavoro di giocabilità e sfoggia una grafica di prim'ordine (doveva pur giustificare i TRENTACINQUE gb necessari per installarlo!), sfruttando il motore grafico RAGE - quello di GTA 4 per intenderci - tirato a lucido e che mostra i muscoli all'Id Tech 5 - il motore grafico di Rage dell'Id, non facciamo confusione, e del prossimo, si spera, Doom 4 - e forse vince anche il confronto grazie all'uso sapiente dei filtri, uno retrò per i flashback e uno sporco e sfocato per rappresentare la vita attuale di Max, segnata di alcool e antidolorifici ancora più che in passato. Anche la modalità multiplayer pare accattivante e abbastanza bilanciata, con l'ormai onnipresente sistema di classi personalizzate e perk lanciato da Call of Duty. Tuttavia, giocandolo, shoot dodgiando fra le stradine delle favelas e le vetrate di grattacieli ipertecnologici del Brasile ricco in cui si dipana la storia non banale, anzi, spesso sconvolgente, di violenza e intrighi che i ragazzi di Vancouver hanno architettato, la sensazione che qualcosa mancasse, che non fosse come rincontrare una antica amante dopo 9 anni e trovarla solo un po' cambiata, ma che fosse proprio un'altra persona, magari che assomiglia al nostro vecchio amore ma non ci dà le stesse emozioni (pur dandocene altre, s'intenda), è forte. Manca il tocco di Remedy, manca lo stile tormentato di Sam Lake dietro la macchina da scrivere. Mi è mancata la magia che mi ha fatto amare alla follia i primi due capitoli e quasi piangere sulle note di Late Goodbye durante i titoli di coda del secondo. Quindi cosa c'entra l'Alan del titolo? Beh, due anni fa, in esclusiva Xbox 360, Remedy ha lanciato una nuova saga, quella di Alan Wake, appunto. Solo quest'anno, finalmente, il gioco è sbarcato anche su pc, e, deluso (anche se, ancora una volta, cerco di enfatizzare il punto che la delusione che ho provato nei confronti di Max Payne 3 non è stata una delusione legata al gioco in sè, come quando ho visto al cinema il primo film di Tomb Raider, ma più che altro una non appagante realizzazione delle aspettative su quello che avrei provato giocandovi) dall'ultimo capitolo dell'(ex) poliziotto noir più famoso dei videogiochi, mi ci sono gettato voracemente sopra. E devo dire che è stato entusiasmante. Il gameplay è discutibile, con l'impianto di uno sparatutto in 3a persona ma i controlli legnosi tipici dei survival horror (su questo punto è necessario essere chiari subito: il gioco, prima dell'uscita e, dai male informati, anche dopo è stato sempre presentato come un horror, ma, semplicemente non lo è. L'etichetta, affibiatagli da Remedy stessa, di "thriller psicologico", lo calza a pennello) ma, di fronte a tutto il resto, questo diventa davvero un problema minore. Giocando ci si ritrova a pensare "ecco, questo è il nuovo Max Payne". Perchè, aldilà delle evidenti analogie fra i due personaggi, l'aria, non l'atmosfera e le ambientazioni che da una Noir York City passano a un contesto molto vicino a quella del famoso telefilm Twin Peaks - cui il setting del gioco è chiaramente ispirato, che si respira è la stessa di 7 (9 ora) anni prima. Troviamo televisori e radio che se accesi raccontano una storia nella storia allo stesso modo degli ormai famosi Lords & Ladies o Address Unknown, e quella cura per una miriade di dettagli che potremmo quasi definire inutili, non avendo un impatto diretto sul gioco in sè, piccole note di colore su quello che ci sta intorno, che contribuisce a rendere vivo il mondo di Bright Falls (la cittadina fittizia in cui è ambientato il gioco) al di fuori dei confini della trama. Trama per cui vale la pena spendere due parole: essa è la colonna portante del gioco, senza dubbio, e la penna di Sam Lake non delude orchestrando una serie di colpi di scena e rivelazioni magistralmente centellinati che ci portano per mano fino alla fine del gioco senza volercisi staccare. Aiuta in questo senso anche l'originalissima impostazione da "serie tv" che i programmatori finlandesi hanno dato al gioco. La trama è narrata attraverso 6 episodi (più due special usciti solo successivamente che dovrebbero collegare questo titolo a un eventuale, e auspicabile, seguito) presentati in tutto e per tutto come un telefilm. Per ogni episodio abbiamo i titoli di testa e un "riassunto delle puntate precedenti" (Previously on Alan Wake...), l'immancabile cliffhanger finale - ma non è necessario aspettare una settimana per sapere cosa è successo, basta giocare l'episodio successivo! - e i titoli di coda con una canzone diversa per ogni episodio. La vicenda narra le disavventure dello scrittore di successo Alan Wake che, afflitto da due anni da un terribile blocco dello scrittore che lo ha portato sull'orlo della depressione, viene convinto dalla moglie a concedersi una vacanza nella ridente località montana di Bright Falls, dove ella spera che possa anche ricominciare a scrivere. Solo che appena arrivati qualcosa va storto, la moglie scompare e lui trova la pagina di un suo manoscritto che però non ricorda di aver scritto e che, in maniera profetica e terrificante, gli anticipa quello che da lì a poco succederà intorno a lui. Scrivere di più sulla trama di Alan Wake sarebbe davvero un delitto perchè la sensazione che dà una volta finito è paragonabile a quella che si prova al termine di un buon libro. Dunque l'unico consiglio è di giocarvi e farsi rapire ancora una volta dall'ennesima opera d'arte di Remedy Entertainment.

domenica 4 novembre 2012

Frase della settimana

"Ideas are bulletproof."

(V)

(Domani è il 5 novembre!)