E' passata una vita, ma a quanto pare qualcuno ancora si ricorda del fatto che questo blog è uno spazio aperto a tutti gli NFSR per pubblicare le proprie idee, opinioni e produzioni (per quanto tutte debbano passare sotto il rullo compressore della mia censura implacabile). Ed ecco che il caro vecchio Atlon/Luciferus/Brocelinande, o come vogliate chiamarlo, torna a importunarci con un nuovo gioco di ruolo, e forse con altri racconti nell'immediato futuro.
Sembrano passati anni da quando ho scritto l'ultima volta per questo
blog. In effetti credo che il mio ultimo intervento fosse stato su The Witcher
2, il che vorrebbe dire che è passato quasi un anno e mezzo! Devo recuperare il
tempo perduto e parlarvi di paio di giuochi videoludici usciti in questo anno
(e mezzo) e, perchè no, magari anche un po' di varietà, dato che KidneyMagno
sembra aver ormai rinunciato al deliziarci coi suoi anedddoti dal dubbio
interesse.Iniziamo subito con un rpg che mi ha letteralmente risucchiato per
ormai quasi un mese. No, non si tratta di Skyrim (anche se pure quello mi ha
rubato fin troppe ore della mia vita), ma di Dark Souls!Dark Souls è un action-rpg uscito nel 2011, ma adattato al pc solo
quest'anno, sviluppato dalla From Software, una casa giapponese. Ammetto la mia
ignoranza in fatto di rpg giapponesi, dei quali ho un'immagine che si limita ad
un mucchio di minchioni complessati dai vestiti idioti ed i capelli improbabili
(sto parlando di Final Fantasy), quindi immaginerete la mia sorpresa nello
scoprire l'origine di tal capolavoro. Fin dalle prime battute ci vedremo presentati ad un mondo tetro e
malinconico: interpreteremo un non-morto, esiliato ed imprigionato in una terra
antica, che un giorno vede di fronte a sè la possibilità di fuggire dalla
prigionia; ma cosa lo aspetta dopo?Ecco una delle caratteristiche di Dark Souls: la storia va ricercata;
saranno rari i momenti nei quali i (pochi) dialoghi ci daranno delucidazioni
sul dove e perchè siamo qui, o quale sia la storia che si cela dietro la terra
nella quale ci troviamo. Il giocatore superficiale rimarrà spaesato ed ignaro
di fronte al mondo, ma chi avrà la volontà di scavare un poco scoprirà un
universo curato nei minimi dettagli in modo quasi maniacale. Le descrizioni di
ogni arma, armatura od oggetto forniranno dettagli sulla mitologia o sul
presente; alcuni dei rarissimi compagni non-morti che incontreremo, se
sollecitati, potrebbero raccontarci aneddoti; il tutto si incastra andando così
a ricostruire, come un puzzle, il background del mondo di Dark Souls. Il tutto
però rimarrà pervaso da un forte senso di vago che lascia grande spazio alla
fantasia ed alle speculazioni, rendendo tutto ancora più interessante. Questo gioco è famoso, o famigerato, per essere brutale e spietato in
ogni suo aspetto, e non posso che concordare; mettetevi l'anima in pace e
rassegnatevi ad un calvario di morte e frustrazione.Non ci verrà dato molto tempo per imparare le meccaniche base del
gioco; dovremo armarci di pazienza, stringere i denti ed imparare attraverso i
nostri errori a superare le sfide che ci vengono poste. Il combattimento è
forse il più soddisfacente che abbia mai provato: curatissimo, realistico senza
essere noioso e profondamente dipendente dalle abilità del singolo; ogni arma
avrà il suo peso che si rifletterà negli attacchi del personaggio, con mosse e
velocità diverse; proprio lo studio delle animazioni di attacco nostre e dei
nemici sarà fondamentale per essere vittoriosi: dovremo imparare i tempi giusti
nei quali attaccare per evitare di rimanere scoperti o vedere il proprio
attacco parato, e viceversa. Nel fin troppo probabile caso che dovessimo morire
rinasceremo all'ultimo falò (una sorta di checkpoint, dove spendere punti,
riparare e varie altre cose) sotto forma di hollow e dovremo tornare nel punto
dove siamo stati sconfitti per recuperare tutte le anime (la moneta universale
del gioco) che avevamo con noi al momento della morte. I falò saranno però
pochi, alcuni anche nascosti, e se dovessimo morire nuovamente prima di aver
recuperato le nostre anime esse verranno perse per sempre. Oh, e i nemici tornano
in vita ogni volta che torneremo al falò. Oh, e non c'è la minimappa,
nonostante il mondo sia labirintico e privo di qualsivoglia indicazione. Una
volta però imparato a conoscerci ed a conoscere ogni sfida essa si rivelerà sormontabile
ed estremamente gratificante, ripagando il giocatore abile (o persistente) e
senza mai ricorrere ad espedienti ingiusti per rallentarci. Dark Souls offre una grande rigiocabilità; il nostro personaggio non
sarà limitato dalla classe, ma potremo spendere punti nelle statistiche che
preferiamo ed equipaggiarlo come vorremo, potendo quindi sbizzarrirci in build
diversissime. Inoltre il gioco può essere affrontato in ordine e maniere
diverse: avremo poche limitazioni sui posti che potremo raggiungere e relativi
boss, anzi, potremo incontrare personaggi o attivare eventi molto diversi a
seconda dell'ordine delle nostre azioni, incoraggiando quindi più di una
rigiocata per scoprire tutte le sfaccettature di questo gioco. Insomma, Dark Souls è estremamente difficile ma mai ingiusto;
silenzioso ma con molto da dire; labirintico ma profondo; oscuro ma con momenti
davvero toccanti. Non posso raccomandarvelo abbastanza.
Prepare to die.
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